Arte senza frontiere
L'anima del mondo nella scultura
L’idea di collaborare con l’Accademia di Belle Arti di Bologna è nata in concomitanza del progetto internazionale del LIA, che ha visto protagonisti i nostri studenti in un soggiorno di venti giorni presso la città di New York.
Le finalità del progetto sono state molteplici: in primis, incentivare l’autocoscienza e la riflessione sulla propria identità nazionale, confrontandola con quella di altri studenti di Paesi diversi dal proprio, penetrando nello spirito di altre identità. Il progetto ha previsto la collaborazione del Collegio di Bilbao. I ragazzi inoltre sono stati impegnati in un progetto di lavoro sull’identità nazionale presso la sede della World Youth Alliance.
Importanti sono state le visite ai musei newyorkesi dove, attraverso l’arte, gli studenti sono stati sensibilizzati nel cogliere l’identità che ogni singolo artista ha manifestato attraverso le sue opere e nel saper leggere, attraverso di esse, una visione del mondo personale dell’autore.
Da qui l’idea di realizzare una mostra che permettesse ulteriormente e portasse avanti questo dialogo tra mondi diversi. La scelta è stata indirizzata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, quale miglior esempio di realtà internazionale in Italia.
Se il fulcro del progetto è stato sensibilizzare lo studio dell’identità nazionale nell’arte, il tema della mostra, dal titolo “Arte senza frontiere. L’anima del mondo nella scultura”, vuole ampliare il raggio d’azione, aiutando i ragazzi a far capire l’universalità del linguaggio artistico ed in particolare della scultura come tramite, mezzo di unione tra popoli.
Ci tenevo a sottolineare il fatto prezioso per la nostra scuola: gli studenti dell’Accademia, coordinati dallo scultore e docente di scultura Prof. Guglielmo Vecchietti Massacci, provengono da Paesi diversi: Spagna, Belgio, Cina, Giappone, Grecia, Iran, Serbia, Italia. Ognuno ha portato il suo piccolo grande mondo nella nostra scuola: la loro nazionalità, la loro cultura, il loro modo di percepire il mondo attraverso l’arte.
...sembravano gli uomini nemici
ma la stessa notte li copriva
ed era lo stesso chiarore
quello che li svegliava:
il chiarore del mondo.
Tutti erano uguali.
Tutti tenevano gli occhi
rivolti alla luce, cercavano il cammino.
Tutti.
Per questo io cercai tra il vento
il meglio degli uomini...”
Neruda parla di uomini che sono alla ricerca del proprio cammino. Un cammino di crescita che diventa vero solamente grazie all’unione delle persone. I nostri studenti hanno così scoperto una piccola grande verità: ogni momento di ricerca è un momento di incontro.
Solo così arriveremo a conoscerci: guardandoci e riscoprendoci negli occhi degli altri.
Non possiamo negare che tutti viviamo in un mondo “nostro” ma se guardiamo il cielo stellato ci accorgiamo che tutti questi mondi diversi si combinano formando sistemi solari, costellazioni, galassie.
E tutto insieme , tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene ed il male, tutto insieme è il mondo, tutto è la musica della vita!
Davvero quindi è giunto il tempo di rompere gli indugi ed usare la magica proprietà dell’arte per unire popoli e nazioni così da insegnare a tutti che la sola vera patria è il mondo.
Gandhi affermava che chi compie un processo di crescita non può permettersi di essere un egoista. Questa la mentalità che questa scuola vuole creare: ragazzi, studenti, non in balia delle loro esperienze ma che sappiano rispettare innanzitutto il mistero, l’unicità che li caratterizza, che sappiano vivere le loro esperienze e condividerle, che sappiano riflettere su di esse in maniera critica, che sappiano ascoltare il rumore del mondo ma anche e soprattutto se stessi, per crearsi una loro personale visione del mondo, proprio come gli studenti dell’Accademia hanno dimostato di essere in grado di fare.
A questo proposito, spontanea risulta la citazione di Alessandro Baricco:
“...voi non venite qui a cantare una nota qualunque.
Voi venite qui a cantare la vostra nota. Non è una cosa da niente: è una cosa bellissima. Avere una nota, dico: una nota tutta per sè. Riconoscerla, fra mille, e portarsela dietro, dentro, e addosso. Potete anche non crederci, ma io vi dico che lei respira quando voi respirate, vi aspetta quando dormite, vi segue dovunque andiate. Potete anche fare a finta di niente, potete venire qui e dirmi, mi spiace ma non credo di avere proprio nessuna nota dentro, e andarvene, semplicemente andarvene...ma la verità è che quella nota c’è...c’è ma voi non la volete ascoltare...
Uno ha una nota, che è sua, e se la lascia marcire dentro...no!
Anche se la vita fuori fa un rumore d’inferno, affilatevi le orecchie fino a quando arriverete a sentirla e allora tenetevela stretta, non lasciatela scappare più”. Quella nota è la parte più bella di voi!
Baricco parla di una semplice nota che può essere metafora dei nostri sogni, di una nostra particolare inclinazione, ispirazione artistica: per percepirla necessario è il silenzio, l’ascolto, la solitudine.
Tentando di tracciare una definizione di artista, eloquenti risultano le parole di Siddartha:
…e in te c’è un silenzio, un riparo nel quale puoi rifugiarti in ogni momento e rimanervi a tuo agio. Poche persone posseggono questa dote. Sono rari gli uomini che sanno ascoltare. Ad ascoltare mi ha insegnato il fiume. Lui sa tutto, tutto si può imparare da lui. Le sue acque tendono verso il basso, cercano il profondo”.
Necessario risulta l’impegno dell’artista per promuovere una rivoluzione della profondità e non più solamente della superficie, ormai troppo esibita dalla società contemporanea.
Il compito della scultura risulta quindi elevato: essa serve all’artista per esprimere le proprie visioni interiori.
Lo scopo delle sculture in mostra è quello di cercare di suscitare la capacità di percepire lo spirituale, la particolare visione del mondo degli studenti nelle cose materiali.
Nella nostra epoca, povera di spirito, si tratta inoltre di risvegliare l’entusiasmo, quell’entusiasmo che soprattutto le giovani generazioni sanno trasmettere, quell’entusiasmo con cui gli studenti dell’Accademia hanno nutrito le loro opere, regalandoci questo importante momento d’incontro.
- Prof.ssa Anna Mattedi -
Curatrice della mostra
Docente di storia dell'arte - LIA