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L’Assessorato alle Politiche Giovanili di Ravenna ha deciso di proseguire negli anni la sua promozione culturale dedicata alla giovane fotografia, attraverso il concorso fotografico “Camera Work presso la galleria d’arte contemporanea PR2 a Ravenna. Il tema proposto per questa edizione Quaderni di viaggio. Storia di percorsi, cammini, itinerari metaforici si focalizza sulle varie interpretazioni dell’idea di viaggio. Percorsi on the road, con lo zaino in spalla, itinerari ispirati a odissee lette in un libro, itinerari simbolici. I progetti sono accomunati da un evidente lavoro di approfondimento concettuale e tecnico di grande valore che fa intendere la fotografia come uno strumento di consapevole comprensione del reale. La giuria tecnica, composta da Monika Bulaj, Giampiero Corelli e Margherita Mannoni, ha selezionato tre vincitori tra i quali troviamo Chiara Pavolucci, con il suo progetto “Heimat”.

Il progetto fotografico Heimat ci svela un cammino intrapreso per perdersi, per ritrovarsi, per riscoprire i propri talenti, per imparare ciò che non si sapeva di voler conoscere.

Un cammino che si fa esplorazione di intimi reconditi che ci insegna ad abbandonare il luogo in cui ci si sente a casa per esplorare una nuova patria, la città di Berlino, che assume ora una connotazione interiore fatta di emozioni che condurranno la giovane fotografa in un viaggio della mente. Il tempo saprà ricreare attorno alla città una nuova casa, una nuova “Heimat”, fatta di volti, persone, corpi che si mescolano con la città, catturati e cristallizzati. Immagini che sanno ricreare un’atmosfera, una sospensione atemporale.

Heimat - Chiara Pavolucci

Sarà in seguito al suo ritorno presso il luogo natio che l’artista si interroga sul significato del termine “Heimat”, casa, riflettendo su cosa comporti allontanarsi e riavvicinarsi ad essa, dopo aver imparato ad osservare con occhi diversi e nuovi i luoghi e le persone che l’hanno cresciuta.

“La grande città, Berlino, che con i suoi palazzi, travi, rotaie, bulloni, fumi e scintille mi trattiene, mi desidera. No, non capisco, non sono di qui … lasciatemi in pace, lass mich in Ruhe.

Nella città ricerco i parchi, alberi maestosi e allora prendo, arraffo, rubo ogni angolo di pace che verde non è più, diventa grigio tra le mani, si fonde con la nebbia, avvolto da quella malinconia che ricopre le cose lontane.

La città sotto l’ampolla resta a guardare mentre io ho accumulato, mi sono riempita fino a distruggere l’involucro che mi avvolgeva. Ho distrutto per ricostruire. La forza è dentro.

Si innalzano ora le impalcature della mente per far nuovo il palazzo, che adesso è casa soltanto del vento.

Quel che conta è il presente, il momento, dono prezioso, questo ho imparato, riponendo nel baule ciò che mio non era più, parlando con la bambina, mi sono presa cura di lei. 

Ma forte sento ora il richiamo di un mare lontano che sussurra costante il mio nome.

Mantenere l’equilibrio è la natura più sacra …

Mi sono nascosta per tanto tempo ed ora torno ad ascoltare ancora una volta quel mare, per sentire cos’ha da dirmi.

Gli racconterò quello che ho imparato e la luna, sua amica, saprà creare nuovi percorsi”.

Testo rielaborato tratto dalla collezione di poesie scritte da Chiara Pavolucci

Le immagini sono soggette a copyright

Heimat - Chiara Pavolucci

Biografia

Chiara Pavolucci nasce a Cesena nel 1989. In seguito alla laurea triennale in lettere moderne presso l’Alma Mater di Bologna, dove ha occasione di approfondire il suo interesse per il teatro e la fotografia, nel 2013 si trasferisce a Berlino per proseguire gli studi in ambito fotografico presso la Neue Schule für Fotografie. Il suo percorso, durato cinque anni, si è concluso con l’esposizione del progetto Dust/Rebirth. Nel 2015, in occasione del 70esimo anniversario della liberazione, ha partecipato alla mostra collettiva organizzata dall’Associazione A.R.S. Resistenza e arte: eredità e contemporaneità presso il museo civico di Correggio.

Per contattare l’artista: chiara.pavolucci@hotmail.it

 

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