L’isola di Lanzarote e la sua enorme potenza materica si riversa nell’arte pittorica di Cèsar Manrique (Lanzarote, 1919-1992).
L’artista-architetto, dopo aver frequentato l’Accademia di San Fernando a Madrid, negli anni Cinquanta partecipa attivamente all’innovazione pittorica della pittura astratta spagnola e dal 1959 in poi svilupperà il suo stile informale materico. Negli anni Sessanta si trasferirà a New York dove verrà a contatto con la cultura urbana di massa. In seguito tornò a Lanzarote dove si dedicò alla difesa del patrimonio naturale e culturale dell’isola nativa creando edifici che sono tutt’ora una delle mete turistiche più apprezzate dell’isola, dove la fusione tra architettura e natura avviene in maniera armoniosa e nel pieno rispetto delle peculiarità del territorio.
Manrique scrisse il famoso testo “La palabra encendida”, una vera e propria denuncia allo sfruttamento del paesaggio. Ho tradotto dallo spagnolo e riassunto per voi il messaggio dell’artista che ho apprezzato per la profondità del pensiero e la semplicità dello stile.
Per approfondimenti Fondazione César Manrique
“La nostra isola sta vivendo un momento di grande pericolo, dovuto al suo auge economico e turistico: stanno prendendo vita una serie di costruzioni prive di senso estetico che fanno perdere all’isola il suo antico incanto. Per molto tempo l’isola è stata screditata ed il suo paesaggio considerato inospitale. L’isola di Lanzarote infatti, a differenza delle isole presenti nell’arcipelago delle Canarie, non vuole essere compresa a prima vista, quasi a volersi proteggere da un’invasione volgare di massa. Il turista viene aggredito da un panorama troppo duro ed inospitale. Lanzarote era considerata la Cenerentola delle Canarie: durante anni e anni di siccità molti abitanti hanno dovuto emigrare.
Successivamente l’isola è rinata grazie all’enorme cura volta al suo paesaggio vulcanico, alla trasformazione dei suoi luoghi caratteristici in attrazioni di enorme bellezza, passando così dall’anonimato ad una riconosciuta stima internazionale. Siamo riusciti a compiere una grande utopia, ossia vivere in uno spazio vulcanico dell’Atlantico, unico nel pianeta. Con il tempo però gli abitanti hanno iniziato a tollerare la speculazione edilizia, barbarità irreversibile. Ogni giorno il numero di nuove costruzioni cresce senza limite e caoticamente. L’architettura di Lanzarote ha un passato ricco di saggezza, data dall’esperienza dell’ osservazione del territorio, del suo clima, del suo vento e della sua luce.
Qualsiasi luogo della terra senza una forte tradizione, senza personalità, è condannato a morire per questo bisogna potenziare urgentemente le caratteristiche di ogni luogo del pianeta.
La maggior scommessa di un Paese è la sua educazione alla bellezza. Attraverso una buona educazione al Bello potremo avere come risorsa in futuro uomini preparati a governare con una visione intelligente, al fine di proteggere e pianificare le nostre isole affinchè l’inquinamento non avveleni i cittadini, come sta accadendo a causa della speculazione del suolo. Dobbiamo far tornare in luce la personalità peculiare dell’isola”.
César Manrique
“La natura della mia isola nativa, Lanzarote, si rivela nei frammenti vulcanici. Durante la mia infanzia la prima cosa che i miei occhi osservarono fu la terra. Tutta l’influenza di questi scenari, il cromatismo acceso e l’enorme potenza materica dell’isola si è manifestata successivamente nella mia arte: una ricerca sulla terra, dalla texture densa. Il contatto diretto della mia pelle con il magma raffreddato del Timanfaya, questo mare di lava, creava in me una sensazione di assoluta libertà, un vero inno alla vita, energia pura.
Fin da piccolo sono rimasto in contatto con la natura ricavandone le sue lezioni. Tutto il mio lavoro di pittore è il risultato di questo fecondo apprendimento. Così mi resi conto che la natura è una grande opera d’arte.
Dobbiamo lottare per la vita e per questo profondo piacere che ci offre la contemplazione della natura salvando gli spazi vergini che rimangono: fare bene è creare felicità.
Per entrare in contatto con la natura dobbiamo avere un profondo amore per tutto il creato: comprendere la bellezza e la sua armonia è la chiave del segreto universale.
Mi ha sempre affascinato l’astrazione, la terra, la sua forza, la sua texture. La mia creatività, la mia forza vitale deriva dallo studio, dalla contemplazione e dall’amore per la natura.
Lanzarote potrebbe essere l’isola perfetta per la meditazione: per ore osservavo le stelle nello spazio limpido di Lanzarote, passando il tempo in meditazione, di fronte al meraviglioso spettacolo della vita, cercando di capire in maniera molto personale il luogo magico dello spazio dove mi trovavo, magnifico equilibrio di naturale perfezione. Tutti gli artisti contemporanei che consideriamo l’armonia e la bellezza come uno stato superiore della cultura, abbiamo il dovere morale ed etico di salvaguardare con tutti i mezzi possibili l’ambiente che ci circonda. L’arte può contribuire affinchè la vita continui ad essere parte integrante di quell’armonia profonda che unisce tutto il creato: questa è la missione più importante di un artista, essendo testimone di tanto degrado ed inquinamento. Tutto viene distrutto dall’ignoranza circa il nostro passato.
L’architettura di Lanzarote ha sempre rispettato il paesaggio naturale, migliorando sempre i suoi materiali. L’architettura moderna popolare invece è ripetitiva, standardizzata, fatta dalla ripetizione di moduli sempre uguali. Costruire una casa e ripeterla per quaranta: tutto questo è economico, monotono e non tiene conto delle caratteristiche di uno scenario unico al mondo. Manca una visione del futuro da parte delle imprese il cui unico fine è guadagnare denaro, senza un reale interesse riguardo il futuro di un intero territorio.
Se l’uomo non sarà in grado di frenare l’ambizione sfrenata di potere e ricchezza la nostra esistenza si ridurrà all’autodistruzione. L’uomo, l’essere più intelligente del creato, ha sistematicamente distrutto e abusato tutto quello che emanava una sua bellezza propria. Bisogna introdurre l’arte nella natura, cercando di capire la geologia di un territorio.
Questo spazio dell’Atlantico coperto da più di trecento crateri vulcanici è oggetto della peggiore delle speculazioni!
Tutto l’incanto e l’armonia di questo paesaggio unico al mondo sta per essere distrutto. Nel 1968, attraverso il mio libro “Arquitectura inédita” lasciai le indicazioni da seguire per la costruzione di nuovi edifici e tutto ciò venne inteso dalla popolazione locale al fine di creare un’alternativa intelligente, per una migliore qualità della vita comune. Non si spiega la presa di posizione del Governo canario che appoggia e difende la speculazione, distruggendo il suo stesso sistema vulcanico, ricchezza naturale dell’isola”.
César Manrique