Di fronte alle opere canoviane si percepiscono quelli che sono i grandi insegnamenti del massimo teorico del Neoclassicismo, Johann Joachim Winckelmann, il quale ci ricorda che la bellezza può ridursi a certi principi ma non definirsi, in quanto superiore al nostro intelletto. Egli afferma inoltre nel saggio “Il bello nell’arte” che “Ogni creatura ha in sé l’impronta della perfezione, anche se il vero compimento della bellezza non esiste se non in Dio”.
La bellezza, sembra suggerire Canova attraverso i suoi poetici soggetti, è spirituale, trascende i sensi. Lo scultore di Possagno viene definito uomo divino, grazie alla sua capacità di imprimere l’ideale nelle sue candide sculture, trasformandole così in summa di quella “nobile semplicità e quieta grandezza”, peculiarità delle opere greche, tanto care al Winckelmann. I suoi capolavori parlano un linguaggio fatto di armonia, bellezza ideale, unità, proporzione, semplicità e grazia, espressa dal Winckelmann con la metafora dell’acqua, “tanto migliore quanto meno ha gusto”.
Così l’anima del fruitore si sente teneramente commossa dalle opere di genere “delicato e gentile”, dalle sue meditazioni sul tema dell’amore e la grazia del sentimento, dall’estrema delicatezza attraverso la quale il marmo di Carrara viene lavorato, dalla prodigiosa complessità strutturale ma anche scossa dalle rappresentazioni forti e drammatiche, dall’inesauribile energia che sprigiona, ad esempio, il colossale gruppo di Ercole e Lica.
In conclusione, ne “Il bello nell’arte” Winckelmann ci esorta a non cercare i difetti e le imperfezioni delle opere d’arte senza prima aver appreso a conoscere e distinguerne il bello. Un invito ad aprire i nostri occhi al Bello, per riuscire davvero a imparare a “guardare oltre”.
Consigliatissima una visita guidata presso la Casa Museo, la Gipsoteca ed il Mausoleo di Canova presso Possagno, in provincia di Treviso, luogo d’origine del grande artista.
Visita la mini-gallery delle opere analizzate a lezione!
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